Neurochirurgo
Monforte San Giorgio 1907 – Roma 1989
Felice Visalli, pioniere della neurochirurgia in Italia, nasce a Monforte San Giorgio da Nicolò, proprietario di un'azienda agricola e di una piccola industria, ubicata a Torregrotta, in cui si produceva cremore di tartaro e alcool.
Terminate le scuole elementari a Monforte, si trasferì a Messina dove frequentò il Ginnasio e poi il Liceo classico. Conseguì la maturità da esterno a Catania. Dopo un breve esperienza al quotidiano La sera d'ispirazione socialista, si dedicò agli studi di Medicina presso l'Università di Messina dove frequentò come allievo interno l'Istituto di Fisiologia Umana. Tre anni dopo decise di trasferirsi all'Universita' di Bologna dove frequentò come allievo interno l'Istituto di Clinica Medica.
Dopo la laurea, conseguita il 10 luglio1932, prestò il servizio militare prima a Firenze e poi a Ferrara, dove nelle ore libere ebbe modo di frequentare l'Ospedale Psichiatrico, il cui direttore gli inculcò l'amore per una nuova disciplina, la neurochirurgia, allora praticata solo in alcune città straniere.
Decise allora di spostarsi a Parigi dove frequentò l’ Hopital de la Pitie a tempo pieno con la qualifica di assistant etranger. Dopo aver curato la sua formazione professionale in tale campo con la partecipazione a un migliaio di operazioni chirurgiche, decise di continuare la sua preparazione a Stoccolma dove lavorò per sei mesi presso la Clinica neurochirurgica del Serafimerlasarettet con il grande chirurgo Axel Herbert Olivecrona. Poichè si erano affermate negli Stati Uniti scuole di neurochirurgia dove veniva praticata la "specializzazione nell'ambito della specializzazione", egli volle farne esperienza frequentando parecchi centri (New York, Baltimora, Chicago, Rochester, Ann-Arbor e Boston, con il prof. Harvey Williams Cushing).
Dopo otto mesi di permanenza negli Stati Uniti, Visalli tornò in Italia e, per incarico del Direttore della Clinica Neurologica di Genova, istituì il primo servizio di neurochirurgia riconosciuto ufficialmente in Italia. Numerose difficoltà organizzative e contrasti insanabili all'interno della Clinica Neurologica lo portarono a presentare le dimissioni.
Si recò allora a Bologna dove fu bene accolto dal Direttore della Clinica chirurgica, il grande Raffaele Paolucci, che seguì qualche mese dopo alla Clinica chirugica di Roma. Presso quelle strutture Visalli operò con entusiasmo perchè, a differenza di Genova, si sentì compreso e sorretto. Nel maggio 1940, dopo tre anni di intensa attività in qualità di assistente volontario, fu dichiarato vincitore di un concorso nazionale per assistente universitario.
Ma la sua gioia durò poco: il dieci giugno l'Italia entrò in guerra. Nel settembre 1940, Visalli, sempre pronto alla sperimentazione e sempre in prima linea, partì come volontario per l'Albania e a Berat organizzò un servizio ospedaliero per il trattamento dei craniolesi e dei vertebrolesi. Nel maggio 1941 terminata la guerra in Albania, rientrò in Italia e fu destinato al reparto di chirurgia dell'ospedale militare del Celio, dove giungevano numerosi feriti provenienti da varie zone di guerra.
Dopo la fine del conflitto dal 1945 al 1955 fu impegnato nella ricerca scientifica oltre che in numerosi interventi chirurgici. Fece costruire presso l'Istituto Superiore di Sanità un apparecchio detto Pneumoanemizzatore il cui compito era quello di esercitare gradualmente una depressione pneumatica provocando una sorta di anestesia generale. L'apparecchio, provato prima su animali e poi sull'uomo diede buoni risultati. Per quanto riguarda l'attività chirurgica, Visalli negli anni 1945-55 fu incaricato dal Direttore della Clinica neurologica dell'Università di Roma di organizzare un servizio di neurochirurgia e di operare tutti coloro che venivano ricoverati nell'Istituto che presentavano affezioni neurochirurgiche. Per fare questo dovette rinunciare al posto di aiuto di ruolo della Clinica chirurgica e assumere l'incarico di assistente volontario senza stipendio. Ben presto Visalli si rese conto della difficoltà di operare nel nuovo ruolo e ritornò alla Clinica chirurgica dell'Università di Roma riprendendo la precedente attività. Nel 1948 fu uno dei nove fondatori della Società Italiana di Neurochirurgia.
Intanto continuava la sua attività di studio e di specializzazione: alle libere docenze precedentemente ottenute in Patologia speciale chirurgica e Clinica neurochirurgica aggiungeva quelle in Clinica chirurgica e Clinica delle malattie nervose e mentali.
Nella primavera del 1958 venne bandito a Milano il primo concorso a cattedra di Neurochirurgia, con 25 anni di ritardo rispetto a Parigi e Stoccolma. Visalli si rese conto che la scelta del vincitore era stata decisa prima che venisse effettuato il concorso e che, per ottenere il risultato voluto, era stata nominata una commissione ad hoc. L'unico membro che avrebbe potuto aiutarlo, il prof. Paolucci dell’Università di Roma, venne a mancare, stroncato da infarto, il 3 settembre 1958, poche settimane prima che la commissione giudicatrice si riunisse. E così Visalli, che poteva contare su vent'anni di lavoro neuro-chirurgico svolto negli istituti universitari, con un attivo di più di 2.500 operazioni, 10.000 ore di camera operatoria, 100 pubblicazioni scientifiche, molti anni di insegnamento e quattro libere docenze, fu escluso dalla rosa dei vincitori. Il vincitore del concorso si impegnò come primo atto, a modificare lo statuto della Società italiana di neurochirurgia facendo sì, tra l’altro, che scomparisse la figura di socio fondatore.
Nel 1962 Visalli vinse agevolmente un concorso di Traumatologia cranica indetto dagli Ospedali Riuniti di Roma e ben presto potè istituire tale servizio presso l' Ospedale San Giovanni, partendo da zero come aveva in precedenza fatto presso l'Ospedale San Martino di Genova nel 1937, presso la Clinica Chirurgica di Roma nel 1938, a Berat in Albania nel 1940 e presso la Clinica neurologica di Roma nel 1945. Il suo lavoro presso il San Giovanni durò 13 anni durante i quali curò dodicimila traumatizzati cranici vittime soprattutto di incidenti stradali, diede vita alla rivista "Quaderni di traumatologia cranio-encefalica", la prima del genere in Italia e all'estero, e pubblicò un libro dal titolo La neurotraumatologia d'oggi - Esperienze e riflessioni su 8000 traumatizzati cranici.
Basandosi sulle sue osservazioni cliniche fece costruire il Bombardiere sensoriale, macchina destinata a traumatizzati e handicappati che aveva lo scopo di portare con gradualità ai pazienti una serie di stimoli atti a riattivare le strutture celebrali non del tutto compromesse. La macchina fu utilizzata anche a Monforte San Giorgio nel Centro per la cura dei disabili creato nel 1976 assieme ad Anna Caracciolo Scoglio e intitolato a sua madre, Natalia Leone Visalli.
Contemporaneamente all'attività presso l'ospedale San Giovanni, Visalli insegnò neurochirurgia nell’Università dell’Aquila sia nei normali corsi universitari che in quelli della scuola di specializzazione per chirurghi. Anche dopo il pensionamento Felice Visalli continuò nella sua attività professionale e scientifica.
Scomparve a Roma il 28 agosto 1989