Premio San Giorgio 1999
LA FOTO SCATTATA NEL 1918 RITRAE GLI ALUNNI DELLA PLURICLASSE ELEMENTARE DI PELLEGRINO, TRA CUI LUIGI DI BELLA (CERCHIATO NELLA FOTO), CON LE SORELLE ANNETTA E CICCINA (GENTILE CONCESSIONE DEL PROF. PIPPO PAVONE, NIPOTE DEL PROF. DI BELLA).
BREVE BIOGRAFIA DEL PROF. LUIGI DI BELLA
scienziato e fisiologo
Linguaglossa, 17 luglio 1912 – Modena, 1 luglio 2003
Luigi Di Bella |
Nato a Linguaglossa (Ct) il 17 luglio 1912, ultimo di tredici figli, conseguì la maturità scientifica a Messina e successivamente si laureò il 14/7/1936 in Medicina e Chirurgia con 110/110 e lode all'Università di Bari. Nello stesso anno si trasferì a Parma al seguito del prof. Tullio, si abilitò all'esercizio della professione medica e divenne aiuto incaricato nell'Istituto di Fisiologia umana, incarico che mantenne per tre anni.
Nel luglio 1939 superò il Concorso Nazionale per assistenti divenendo assistente universitario ordinario.
Il 3 settembre 1939 sposò Francesca Costa (scomparsa il 13.3.1993 e sepolta nel cimitero del Villaggio Pace di Messina).
Dal 1943 esercitò l'incarico di insegnamento nel Corso di Fisiologia Generale per Scienze Naturali, Scienze Biologiche e Farmacia presso l'università di Modena.
Nel 1948 conseguì la libera docenza in Fisiologia Umana e, sempre lo stesso anno, in Chimica Biologica. Gli vennnero riconosciute le maturità scientifica e didattica per la Cattedra di Fisiologia Umana e per quella di Fisiologia Generale. Fu quindi incaricato dell' insegnamento di Fisiologia I nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Modena. Dal 1984, anno del pensionamento.
Nel gennaio 1990 venne insignito del "Premio della Bontà" presso la Chiesa di Villanova (Mo), per avere visitato i propri pazienti sempre gratuitamente.
Le ricerche del Prof. Luigi Di Bella iniziarono nel 1963. Una delle prime presentazioni delle sue sperimentazioni è costituita dalla conferenza da lui tenuta presso la Società Medico Chirurgica di Bologna il 6/12/1973, nel corso della quale comunicò la guarigione di sette persone affette da gravi malattie ematologiche.
Intanto continuavano le sue ricerche nel campo dei tumori e le sue relazioni sui successi dei suoi metodi nel corso di importanti Congressi e Convegni internazionali.
Occorre però attendere l'inizio del 1995, data della pubblicazione del libro del Dr. Mauro Todisco (Non morirai di questo male - Luigi Di Bella - La storia del medico che ha aperto una nuova linea nella lotta al cancro, Ed. Sestante, febbraio 1995) perché i suoi successi siano portati all'attenzione della pubblica opinione.
Negli anni fra il 1997 e il 1998 sia il prof. Di Bella che la sua controversa cura furono oggetto di una grande attenzione da parte della pubblica opinione italiana.
Nel maggio del 2007 si ha bocciatura della cura Di Bella in base ad una lettera scritta dal presidente del consiglio superiore della Sanità Mario Condorelli all'allora ministro della salute Francesco Storace: "Il Gruppo di lavoro del consiglio superiore di Sanità ritiene di non avere elementi che dimostrino l'efficacia della multiterapia Di Bella e pertanto ne sconsiglia una nuova sperimentazione clinica ministeriale; questa potrebbe essere non solo inefficace ma anche nociva per i pazienti negando a essi (o procrastinando) l'accesso a farmaci anti-neoplastici di dimostrata efficacia".
LUIGI DI BELLA A PELLEGRINO
Pochi conoscono l' infanzia di Luigi Di Bella ed in particolare i suoi soggiorni nella frazione Pellegrino di Monforte San Giorgio, centro collinare del Messinese, alle falde dei monti Peloritani, dove egli soggiornò da bambino e compì i suoi primi studi elementari.
Infatti nel 1914 la sorella Annetta, che molti ricordano ancora riconoscenti per la grande disponibilità e generosità che manifestava verso le situazioni di bisogno, vinse il concorso magistrale e fu assegnata alla scuola elementare di Pellegrino. Annetta Di Bella con la sorella Ciccina si trasferì a Pellegrino, portando con sé Luigi, che aveva allora quattro anni, per alleviare le fatiche della madre gravata da numerosa prole. La signora Rosa Cavatoi Gangemi, amica di famiglia, ricorda ancora la presenza a Pellegrino di altri fratelli di Annetta Di Bella: Vittorio, Filippo, Giovannino, Maria, Filomena, Maddalena e Concettina.
Così Luigi Di Bella fece i suoi studi elementari nella piccola frazione montana di Monforte ricevendo dalla sorella nozioni ed insegnamenti umani che poi svilupperà nel corso della sua professione.
Erano gli anni della guerra mondiale e molti uomini erano al fronte; poiché l'analfabetismo era quasi totale, le mogli e le madri si rivolgevano ad Annetta per la scrittura e la lettura della posta, portando in cambio, in segno di gratitudine, prodotti della terra ottenuti grazie al loro lavoro. Annetta non si limitò solo a dare questo aiuto, ma creò a casa sua una scuola serale per permettere ai pochi uomini rimasti, per lo più anziani, e alle donne che durante la giornata erano impegnate nei duri lavori dei campi e della pastorizia, di rendersi autonome nel disbrigo della corrispondenza con i loro cari combattenti al fronte. Ogni sera, come ricorda Luigi Di Bella, nello scantinato della loro casa, adibito a scuola, dalle venti alle trenta persone seguivano le lezioni che avvenivano con strumenti didattici rudimentali: la lavagna era sostituita da un cartone, i gessetti dalla calce che però lasciava impronte non sempre decifrabili. Occorreva poi riuscire a trovare il petrolio per accendere il lume in quelle tre ore di lezione e ciò non era facile.
Luigi Di Bella ricorda ancora che, pur avendo solo cinque - sei anni, aiutava la sorella sia nel disbrigo della corrispondenza che nell' insegnamento dei primi rudimenti della scrittura e della lettura, trasmettendo immediatamente ai maturi allievi quanto aveva da poco imparato, dimostrando di condividere con la sorella sentimenti di amore per il prossimo ed abnegazione. Il prof. Di Bella ricorda la miseria di quei tempi a Pellegrino ma ricorda anche la solidarietà nel dolore: ogni morte era un lutto condiviso da tutto il paese. Molte furono le famiglie provate dal dolore a causa della guerra e poi della "spagnola", una malefica febbre di tipo influenzale che causò negli anni 1918- 20 circa 10 milioni di morti in tutto il mondo e che falcidiò la popolazione di Pellegrino. Ricorda Luigi Di Bella che non c'era praticamente casa di Pellegrino che non fosse listata a lutto.
Annetta Di Bella aveva acquisito, grazie alla sua sensibilità, un ruolo decisivo di consolatrice. Siccome le brutte notizie dal fronte erano comunicate dai carabinieri di Monforte dove venivano convocati i familiari delle vittime, questi di ritorno dalla Caserma dei Carabinieri si fermavano piangenti davanti alla sua casa. Ella svolgeva così il doloroso compito di consolatrice degli afflitti. Il prof. Luigi di Bella ricorda "eravamo come parenti maggiori per tutta la popolazione".
Del bambino Luigi Di Bella , che gli amici di infanzia chiamano ancora Gino, viene ricordato il carattere cordiale ma insieme riservato, il comportamento disponibile ma qualche volta dispettoso.Tutti ricordano che serviva la messa come chierichetto al parroco don Nicolino Pavone, che fu anche il suo primo insegnante di latino, ma pochi ricordano una cosa che solo di recente il professor Di Bella ha confessato: qualche volta rispondeva a bella posta al sacerdote con una frase diversa da quella latina prescritta e alla consacrazione suonava la campanella prima del tempo per provare il gusto di far inginocchiare prima del tempo i fedeli che assistevano alla messa.
Anche successivamente, durante gli anni di studio presso il Liceo Scientifico a Messina, saliva a Pellegrino a trovare la sorella Annetta, sposatasi poi col Sig. Nino Pavone vicesindaco per tanti anni e poi negli anni '50 sindaco di Monforte San Giorgio.
DI BELLA CITTADINO ONORARIO DI MONFORTE
Il Consiglio Comunale di Monforte San Giorgio, su proposta del consigliere Santo Coiro, nella seduta consiliare del 9 aprile 1998 ha conferito la cittadinanza onoraria di Monforte al prof. Luigi Di Bella.
Il 20 settembre 1998 il sindaco di Monforte rag. Franco Giorgianni, alla presenza di numerosi Sindaci di Comuni della zona e di una folla incontenibile, gli ha consegnato la pergamena che riporta il conferimento della cittadinanza onoraria.
In tale occasione, il prof. Di Bella, dopo aver salutato i compagni di giochi Luigi Arimondi e Pietro Morelli si è recato a Pellegrino dove, accolto da tutta la comunità con sparo di mortaretti, ha rievocato i tempi della sua infanzia e salutato gli amici presenti.
Luigi Di Bella si è complimentato per i progressi fatti dal centro collinare che ormai ha assunto un aspetto moderno ed è agevolmente raggiungibile (mentre nella sua infanzia la strada che portava da Monforte a Pellegrino era uno stretto viottolo di campagna, le merci erano portate a dorso di mulo mentre le persone vi arrivavano con l'asinello) abitato da una popolazione istruita e dinamica; ha elogiato la bellezza, la spontaneità e la freschezza delle campagne e l'organizzazione sociale. Il prof. Di Bella ha quindi augurato alla popolazione di poter godere di ciò che ha ottenuto col lavoro.
N. B. Per la redazione dello scritto sono stati utilizzati articoli dei giornalisti Monfortesi Santo Coiro e Franco Pinizzotto