Copertina

Straordinari - Storie di uomini, cose e paesi da Messina a Mistretta, Giambra Editori, € 12  è un lavoro molto interessante. Riferisce di tanti elementi fuori dall’ordinario che caratterizzano i centri della fascia tirrenica della provincia di Messina. È stato scritto da Andrea Italiano un intellettuale, giornalista e storico dell’arte barcellonese, non ancora quarantenne.

Il libro si legge con piacere, la lettura scorre senza intoppi, si apprezza la proprietà di linguaggio e la capacità narrativa. Tanti i personaggi descritti, tutti di assoluto rilievo nazionale e talvolta internazionale, figure  appunto straordinarie. Tante le opere d’arte esaminate in modo accurato: evidenziano che la cultura di Italiano è non è solo artistica, ma anche storica e biblica. L’autore mostra una conoscenza approfondita del patrimonio artistico di tanti i paesi in particolare di quelli dell’entroterra. Numerose anche le citazioni  di opere custodite in chiese romane, frutto evidente di lunghi soggiorni di Italiano nella capitale.  Discutibile però la definizione che l’autore dà degli storici locali: “magnifici falsari, riscrittori della storia così come dovrebbe essere”. Apprezzamento o demolizione? Ma particolarmente significativo e forse utile  è l’appello che rivolge agli abitanti dei paesi più antichi: “Ripopolare, ricostruire, conservare riportare la vita sempre, non solo d’estate o in occasioni particolari”. Appello questo che dovrebbe essere colto da tanti, non solo dai politici locali, ma anche degli intellettuali e imprenditori, anche da quelli di Monforte.

Un cenno ai contenuti

Non posso certamente parlare delle tante cose contenute nel libro. Ma non posso esimermi dall’accennare ad alcuni argomenti rilevanti come per esempio che il grande romanziere francese Alexander Dumas si è spinto fino a Bavuso per raccogliere materiale per il suo romanzo dal titolo  Pascal Bruno, histoire d’un brigand sicilien o che a Venetico esiste un “Volto Santo” di Cristo, copia di un “Santo Sudario” andato perduto.

Tra gli argomenti  abbastanza noti trattati ci sono la Farmacia e il Castello di Roccavaldina, e, per San Pier Niceto. gli “stepitosi” affreschi di Letterio Paladino e la bella statua di San Pietro, attribuita da Italiano al Montorsoli. Abbastanza note sono anche le vicissitudini di Giuseppe Avarna, ultimo duca di Gualtieri Sicaminò, poeta e imprenditore agricolo di cui si ricordano alcune stravaganze quale quella di suonare le campane della chiesetta del suo feudo dopo ogni amplesso con la sua seconda moglie, l’ex hostess Tava Daez. Straordinari per quanto riguarda Santa Lucia del Mela sono la bella figura del beato Antonio Franco e la meravigliosa statua della Madonna della Neve di Antonello Gagini, che Italiano definisce un sublime capolavoro che dovrebbe essere presente in tutti i libri di storia dell’arte. Per Milazzo il personaggio  più straordinario preso in esame è senza dubbio il noto ammiraglio Luigi Rizzo, l’affondatore. Parlando di Barcellona Pozzo di Gotto  Italiano si occupa approfonditamente della parte monumentale del cimitero definendola “Museo del realismo scultoreo o del naturalismo eclettico – liberty” . A questo proposito non posso fare a meno di considerare che analoga importanza dovrebbe essere data alla parte monumentale del Cimitero di Monforte e invece nulla è stato fatto per ripararla, pulirla, valorizzarla nonostante i tanti appelli fatti in varie epoche di chi scrive.

Per Terme Vigliatore è evidenziata la figura del futurista Guglielmo Jannelli, per Santa Marina di Salina quella dell’arcivescovo di Messina Angelo Paino, che ha ricostruito o restaurato nella diocesi dopo il terremoto del 1908 cento chiese, oltre ad una decina di nuovi conventi e a svariati edifici adibiti ad azioni sociali. Da Castroreale è uscito un personaggio fuori dall’ordinario, Ottavio Preconio, che fu  vescovo di Monopoli, poi Arcivescovo di Palermo e  fu definito un gran signore rinascimentale, banditore del vangelo. Un apprezzamento particolare è dedicato a Nino Bilardo, storico dell’arte che ha contribuito a creare il “Museo parrocchiale degli arredi sacri” di Castroreale.  Di Novara di Sicilia è evidenziata la rilevanza storica  dell’abbazia cistercense, seconda nel sud italiana solo a quella di Sambucina (Calabria), creata da Sant’Ugo che ha portato a Novara eccezionali reliquie come  una spina della corona di Gesù, un pezzo di legno della Santa Croce, una pietra del calvario, una pietra del Santo Sepolcro.  La straordinarietà di Tindari è anche dovuta al cardinale Mariano Rampolla del Tindaro che sarebbe senz’altro diventato papa se l’imperatore Francesco Giuseppe non lo avesse messo fuori gioco appellandosi ad un antico privilegio, lo jus escudendi, determinando così l’elezione di Pio X, Giuseppe Sarto. Il personaggio che campeggia per San Piero Patti è certamente Hele Busacca che meriterebbe di essere annoverata tra le  maggiori poetesse italiane; originario di Naso è Lorenzo Carlo, il primo “datore di lavoro” di Caravaggio, mentre per Capo d’Orlando è luminosa la figura Ben Parodi di Belsito, giornalista e romanziere straordinario nonché presidente della fondazione “Famiglia Piccolo di Calanovella”. Di San Marco d’Alunzio è ricordato il cardinale Scipione Rebiba che per molti anni e precisamente dal 1541 al 1577 è stato protagonista nella Curia Romana con i papi Paolo IV e Gregorio XIII. Da San Fratello è venuto fuori un santo assolutamente eccezionale, San Benedetto il Moro il primo e più famoso santo nero della storia, particolarmente noto in America Latina dove a lui sono dedicate incredibili feste popolari, mentre per quanto Santo Stefano di Camastra, sono evidenziate le figure di Giuseppe Lanza, duca di Camastra che diede vita al  barocco siciliano dopo il terribile terremoto del 1693 e di Michele Armao che, nominato governatore della città, diede l’impulso per la  produzione delle famose ceramiche di Santo Stefano. A Mistretta visse Maria Messina autrice di novelle e romanzi, letterata che oggi potremmo definire scolara di Cechov, una scrittrice che tutti i siciliani dovrebbero assolutamente conoscere.

 

E per Monforte?  

Ma cosa c’è di straordinario a Monforte? Italiano cita e descrive con perizia il grande dipinto “Il trionfo  della Croce” conservato nella Chiesa di Gesù e Maria e l’Altare del SS. Sacramento della Chiesa Madre, ma poi molto saggiamente  si occupa del più grande tra i nati a Monforte, Stefano Tuccio. Speriamo che  tanti monfortesi apprezzino questa scelta e nell’attesa che leggano le pagine di Italiano, ne anticipo alcuni passaggi importanti. Il padre gesuita Stefano Tuccio, educatore, oratore, poeta, teologo, drammaturgo nacque a Monforte nel 1540 e riuscì, grazie ad un'intelligenza e ad una pervicacia non comuni, a diventare uno tra gli intellettuali più importanti del suo tempo., scrittore di teatro tra i più apprezzati della sua era: a Messina, tra il 1663 e il 1669, compose 6 opere teatrali. Fu mandato a Roma a studiare la materia che maggiormente lo attirava, la teologia. Fu consigliere di papi.  Sotto  il pontificato di Gregorio XIII fu docente nel Collegio Romano e divenne uno degli intellettuali di spicco di quegli anni, importante quanto il cardinale Bellarmino (anche a Tuccio era stata proposta la dignità cardinalizia che per estrema umiltà egli rifiutò). Nel 1583 il il Generale dei Gesuiti  Claudio Acquaviva, nominò una commissione di  esperti per formulare un regolamento che orientasse gli studi in tutti i collegi dei gesuiti sparsi nel mondo . Ebbene, a capo di questa commissione fu posto proprio Stefano Tuccio, che veniva reputato il più importante teologo e didatta del mondo. Tuccio fu un grande oratore stimato dal Papa che infatti (primo caso nella storia) lo volle per declamare davanti alla Curia romana i misteri del Venerdì Santo del 1583. Fu proprio lui l'oratore che enunciò le lodi di papa Boncompagni nel giorno del suo funerale. Clemente VIII si recava spesso a trovarlo ed in un'occasione cosi si espresse: "Se nella Compagnia di Gesù fioriscono i santi, uno di questi è certamente il Tuccio". Italiano non manca di citare le influenze che, secondo recenti studi, Tuccio avrebbe avuto sulle opere di Caravaggio e Shakespeare.

Tuccio viene insomma descritto come  personaggio da conoscere, da far conoscere, da amare, di cui gloriarsi e nel cui nome organizzare a Monforte eventi di rilievo. Da monfortese non  posso perciò fare a meno perciò di ringraziare Andrea Italiano.

 

Guglielmo Scoglio